Andrea Palladio

Il valore universalmente riconosciuto alle 23 opere di Andrea Palladio a Vicenza e delle 24 ville dislocate nel Veneto è il motivo per il quale il Sito “Città di Vicenza e le Ville del Palladio nel Veneto” è stato iscritto nella Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO.  Di seguito si forniscono alcune informazioni su chi era Andrea Palladio e perchè le sue opere hanno lasciato un’impronta significativa nella storia dell’architettura mondiale.

 

Chi è Andrea Palladio?

Andrea di Pietro della Gondola, detto Andrea Palladio, nasce nel 1508 a Padova da una famiglia di umili origini e muore a Maser nel 1580 in condizioni economiche modeste.

A tredici anni inizia a lavorare come apprendista scalpellino prima a Padova, poi a Vicenza nella bottega dello scultore Gerolamo Pittoni e del costruttore Giovanni di Giacomo da Porlezza. Nel 1537 circa conosce il conte vicentino Gian Giorgio Trissino, intellettuale di tradizione umanistica e protagonista di spicco della cultura rinascimentale. Trissino introduce Andrea presso l’aristocrazia vicentina e lo guida nella sua formazione culturale e allo studio della cultura classica, conducendolo più volte a Roma a partire dal 1541 per un diretto contatto con gli edifici antichi e moderni che hanno fortemente influenzato le sue architetture.

In quegli anni Vicenza diventa un centro di primaria importanza per la Repubblica della Serenissima. Andrea viene incaricato di progettare palazzi privati per i nobili vicentini, monumenti pubblici in città e ville meravigliose in campagna. Le sue opere hanno lasciato un segno indelebile sia nel centro storico di Vicenza che nel paesaggio veneto, influenzando numerosi architetti successivi nel nord Europa, nei paesi anglosassoni e soprattutto negli Stati Uniti (v. il Palladianesimo).

Dopo la morte di Trissino avvenuta nel 1550, Palladio ha iniziato a collaborare con Daniele Barbaro, importante studioso dell’architettura antica che presto è diventato suo mentore e che lo ha aiutato ad affermarsi come architetto nella Repubblica della Serenissima.

La quasi totalità dell’opera di Andrea Palladio si trova nel Veneto: fra queste, vanno segnalate alcune ville di Vicenza (tra le quali Villa Almerico Capra detta la Rotonda, uno dei suoi capolavori), Villa Badoer e la Chiesa del Redentore di Venezia. Tanto nei suoi trattati quanto negli edifici che progettò, Palladio seguì i principi dell’opera dell’architetto romano Vitruvio, sviluppati da Leon Battista Alberti nel XV secolo. L’importanza di Palladio risiede nella sua capacità di coniugare l’estetica classica dell’antica Roma con le esigenze e il gusto dell’epoca rinascimentale. Le sue opere sono ancora oggi considerate modelli di equilibrio e bellezza architettonica.

 

I Quattro Libri dell’Architettura

Palladio iniziò a scrivere il trattato a soli 22 anni e lo arricchì poi con le proprie opere. La prima edizione de “I quattro Libri dell’Architettura” vide la luce a Venezia nel 1570. Seguono varie edizioni e rifacimenti posteriori, oltre a traduzioni in francese, olandese e inglese. All’interno di questo testo sono presenti illustrazioni atte a dimostrare le idee del Palladio circa la purezza e la semplicità dell’architettura classica.

Il libro riscosse notevole successo e ispirò l’opera di un gran numero di architetti fino a tutto il XIX secolo. L’architettura palladiana guadagnò popolarità in tutta Europa e, per la fine del XVIII secolo, fu conosciuta anche in America settentrionale, divenendo la più influente pubblicazione d’architettura mai prodotta e determinando gran parte dell’immagine architettonica della civiltà occidentale.

 

Vicenza la “Città del Palladio”

Palladio trasformò l’aspetto e l’immagine di Vicenza dove ha realizzato numerosi progetti per residenze private e monumenti pubblici, conferendo alla città il suo aspetto unico.

Gli edifici progettati da Palladio realizzano una dialettica continua tra antico e moderno e sono riconoscibili per l’eleganza, l’equilibrio, la simmetria. Con le sue opere Palladio modifica l’impianto urbanistico della città e parte del paesaggio circostante, realizzando una originale interpretazione vivente dell’antichità classica che influenzerà profondamente l’urbanistica e il paesaggio dei paesi europei e di tutto il mondo.

Molte delle sue opere rimasero incompiute oppure furono completate successivamente alla sua morte avvenuta nel 1580.

 

Le Ville

Oltre al centro storico di Vicenza, Andrea Palladio ha lasciato importantissime testimonianze nel paesaggio veneto con la realizzazione di numerose ville che rappresentano la testimonianza del suo genio artistico.

Le Ville Palladiane del Veneto, nelle quali vengono sintetizzati gli aspetti funzionali della gestione del territorio e dell’autocelebrazione dei nobili proprietari, sono delle case-templi, abbellite con scalinate monumentali e coronate da un frontone sostenuto dalle colonne di una loggia. Lungo le ali che partono ai lati delle facciate si estendono i porticati che spesso terminano con una torre.

In queste ville razionalità e funzionalità sono strettamente legate alla espressione simbolica e ideologica che la villa urbana e di campagna ha il compito di trasmettere: è un centro del potere, ma anche luogo di diletto, di cultura e bellezza. La villa palladiana è concepita come recupero umanistico della villa romana antica, allontanandosi dall’idea di villa-castello medioevale, dove la funzione bellico-difensiva prevaleva.

Oltre all’intrinseco valore di ogni villa singola, l’insieme delle ville costituisce un elemento molto importante all’interno della regione, poiché la relazione formale tra le ville e il paesaggio veneto rivela una qualità unica che gli conferisce un valore universale.

La villa attraverso l’architettura e le decorazioni pittoriche dava quindi sfoggio della ricchezza, della nobiltà e del buon gusto della famiglia proprietaria. L’edificio, centro di direzione dell’azienda agricola, divenne luogo in cui l’aristocrazia curava i propri interessi non solo economici ma anche culturali, con lo studio e la meditazione. Il termine “villeggiatura” deriva proprio dal modus vivendi del “vivere in villa”.

La maggior parte delle ville sono di proprietà privata e solo alcune sono aperte alle visite al pubblico.

Alcune ville mantengono integro il rapporto tra villa e paesaggio e i corsi d’acqua su cui Palladio costruì il proprio modello architettonico.

 

Il Palladianesimo

Il Palladianesimo, fenomeno culturale di ampia portata originato dallo studio dei temi fondamentali dell’opera di Palladio, in cui il fascino del classicismo si abbina ad una austera semplicità delle forme, è stato un movimento stilistico e culturale senza eguali nella storia dell’architettura per le influenze che dall’area veneta si propagarono in tutto il mondo, in particolare in Europa occidentale, nel Regno Unito e negli Stati occidentali degli USA, dove il Presidente Thomas Jefferson (1743-1826) definì i Quattro libri di Palladio la “Bibbia” dell’architettura moderna.

Un’ulteriore conferma dell’influenza esercitata dalle sue opere è la Risoluzione n. 259 del  6 dicembre del 2010 con la quale il Congresso degli Stati Uniti d’America ha riconosciuto Andrea Palladio come “padre dell’architettura americana” in quanto i “Quattro Libri dell’Architettura” hanno costituito una fonte primaria della progettazione classica per molti architetti e costruttori negli Stati Uniti dall’epoca coloniale a oggi e gli edifici più rappresentativi della Nazione, compresi il Campidoglio degli Stati Uniti, la Casa Bianca e il Jefferson Memorial, che riflettono l’influenza dell’architettura di Palladio attraverso il movimento anglo-palladiano che fiorì nel XVIII secolo.