Cenni Storici
L’edificio si trova sul lato sud di piazza Castello. Fu progettato da Andrea Palladio intorno al 1570 per Alessandro Porto, membro di una delle famiglie più in vista della città e tra le più vicine all’architetto fin ai suoi esordi. Sulla base del progetto palladiano, il Palazzo avrebbe dovuto estendersi per sette intercolumni proseguendo verso la sinistra della porzione di edificio realizzato. Alla sinistra di questo unico frammento costruito è ancora visibile la vecchia casa quattrocentesca della famiglia Porto che doveva essere progressivamente demolita per fare spazio alla nuova costruzione. Molto carenti sono le notizie su quest’opera, ma è certo che il progetto di Palladio sia successivo al 1570, in quanto non si trova pubblicato nel suo trattato. Francesco Thiene, proprietario dell’omonimo palazzo palladiano all’altro estremo della piazza, sposò Isabella Porto, sorella di Alessandro, e, come già nel caso di Iseppo Porto e i cognati Marcantonio e Adriano Thiene, forse fu proprio la competizione fra le due famiglie a essere all’origine delle inusuali dimensioni di palazzo Porto. Del resto è la posizione stessa del palazzo, fondale della piazza, a rendere necessaria un’accentuata monumentalità, in grado di dominare il grande spazio aperto antistante. Morto il Palladio i lavori furono portati avanti da Vincenzo Scamozzi come egli stesso ricorda nel suo trattato L’idea della architettura universale, portandoli nel 1615 allo stato di avanzamento che ci è pervenuto. La monumentalità di Palazzo Porto rispecchia appieno i caratteri dell’ultima fase della produzione palladiana, contraddistinta dal ricorso all’ordine gigante, dall’utilizzo di elementi architettonici di proporzioni colossali, dalla ricerca di forti effetti chiaroscurali, come avviene anche nella coeva Loggia del Capitaniato.
Descrizione Strutturale e Decorativa
Questo imponente frammento architettonico costituisce, come abbiamo accennato sopra, la porzione realizzata di un grandioso progetto palladiano rimasto incompiuto. Si compone di due soli intercolumni di un ordine gigante di possenti semicolonne composite, elevate su un altissimo piedistallo con sottostante zoccolo. Esse sostengono un’articolata trabeazione che, in corrispondenza del fregio, è forata dai piccoli vani rettangolari dell’attico. Tra le colonne si dispongono due ordini di aperture: al pianterreno finestre incorniciate da un paramento a bugnato gentile e al piano superiore porte-finestre con poggioli su modiglioni contornate da cornici sagomate e sormontate da timpani alternativamente triangolari e centinati. Sulla fascia corrispondente ai capitelli delle colonne emergono a rilievo ricchi festoni. Se si attraversa il modesto portone ad arco che collega questo imponente frammento architettonico all’adiacente palazzetto quattrocentesco della famiglia Porto, si ritrovano nel cortile, lungo il muro di epoca posteriore che chiude lateralmente il frammento, alcuni elementi architettonici che avrebbero contraddistinto l’atrio del nuovo palazzo. Sul fondo si intravede accennata la terminazione a esedra che Palladio aveva previsto per la corte.
Uso Attuale
Il Palazzo ha destinazione direzionale/tecnica. Non è visitabile.
Informazioni
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