Cenni Storici
La Villa si trova sul territorio di Monticello Conte Otto, e sembra che sia stata una delle prime opere di Palladio. Della Villa abbiamo un disegno autografo conservato al Royal Institute of British Architects di Londra, uno studio preparatorio della villa che permette di apprezzare come la realizzazione del progetto sia stata fondamentalmente fedele all’idea originale.
Il committente della Villa fu Giovanni Valmarana di Bernardino, membro di una nobile famiglia della città di Vicenza. Non è invece certo se ebbe un ruolo in questo progetto anche Antonio Valmarana, il cugino di Giovanni, che nel 1560 sembrava essere il proprietario di metà villa. L’inizio dei lavori di costruzione è stato recentemente spostato dal 1541 agli anni 1542-1543, correggendo una precedente errata interpretazione della documentazione d’archivio e cartografica relativa alla committenza e alla villa stessa. Come conseguenza, i lavori per la villa si collocano in un momento successivo al primo soggiorno a Roma di Andrea Palladio insieme a Giangiorgio Trissino, avvenuto nel 1541. A sostegno di questo spostamento c’è innanzitutto la somiglianza tra le finestre bugnate e a timpano semicircolare del progetto della Villa Valmarana e quelle di Palazzo Thiene, i cui lavori iniziarono nel 1542. Altro elemento che avvalora l’ipotesi dell’inizio dei lavori dopo il primo soggiorno romano è anche l’impostazione della villa. A Villa Valmarana, infatti, la tradizione locale, che in questo caso è rappresentata dell’impianto planimetrico simile a quello di Villa Trissino, viene rielaborata secondo l’influenza di spazi architettonici grandiosi, su modello di quelli delle terme romane. Per quanto riguarda le decorazioni della villa, si ipotizza che gli affreschi interni fossero già presenti nel Cinquecento, mentre una ulteriore fase di sviluppo decorativo risale al Settecento. Nel Novecento, invece, furono eseguiti degli interventi di restauro della villa. La sproporzione tra le dimensioni dell’edificio e l’altezza del prospetto trova ragione nelle modifiche della fabbrica in epoca Settecentesca, di cui c’è un riscontro sia nelle murature del sottotetto sia nella documentazione d’archivio.
Descrizione Strutturale e Decorativa
Il corpo dominicale è a pianta quadrata e si sviluppa su due livelli (è presente un mezzanino sopra al piano nobile), terminando con una copertura a due falde. Ai lati del corpo dominicale, sono addossati alle pareti rivolte verso la campagna bassi fabbricati di servizio. La facciata principale è rivolta a nord ed è una parete liscia su un basso zoccolo, movimentata dall’arretramento della parte mediana. Al piano terra della parte mediana si trova una serliana con colonne tuscaniche a base attica che reggono una trabeazione senza fregi ma con guttae sotto la cornice e due oculi laterali di forma circolare. Ai lati, si trovano invece due grandi finestre rettangolari con timpano. Una piccola porta bugnata ad arco apre il fronte posteriore, caratterizzato ai due livelli da quattro finestre rettangolari e tre piccole finestre quadrate sul timpano. L’impianto planimetrico rivela la successione di un ampio atrio di forma quadrata, seguito da uno stretto vestibolo che porta ad un salone rettangolare rivolto verso il brolo a sud e che si apre sul retro. Ai due lati dell’edificio quadrato si trovano, simmetricamente e in sequenza, tre sale comunicanti di uguale larghezza ma di forme differenti: la prima è rettangolare corta, la seconda quadrata e la terza rettangolare lunga le prime due si aprono sull’atrio, mentre la terza sul salone. Per quanto concerne le decorazioni, nelle finte nicchie della loggia sono raffigurati i dodici imperatori romani, mentre gli ingressi laterali in pietra sono ornati da cornici dipinte. Risalgono invece al periodo settecentesco i quattro busti femminili dei raffinati sovrapporte. Sopra la porta d’ingresso è rappresentato lo stemma della famiglia Valmarana, mentre nell’albero genealogico della famiglia nelle dame riccamente vestite si possono riconoscere la madre e le figlie dell’ultimo proprietario della famiglia Valmarana. Nei sovrapporte di epoca tardo-rinascimentale delle sale sono invece raffigurate scene di caccia, come era uso nelle dimore antiche. Nella sala che volge a sud si possono vedere resti di finte architetture che si aprono su un paesaggio, tra cui una scena dionisiaca della scuola Veronesiana. Nella stessa sala è anche ancora visibile la fascia di affreschi sotto trave che risalgono al Settecento, che raffigurano le storie di Giuseppe e che sono attribuite al pittore Costantino Pasqualotto. All’interno dell’area orientale del complesso della villa si trovano due ambienti con tondi affrescati sul soffitto che risalgono al tardo Cinquecento e che rappresentano una Presentazione di Gesù al Tempio e il Ratto di Proserpina.
Uso Attuale
La Villa e il giardino sono aperti al pubblico, su prenotazione. La Villa ospita eventi culturali.
Informazioni
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