Itinerario delle ville del Palladio: l’alto vicentino

L’itinerario interessa la porzione di territorio settentrionale alla Città di Vicenza, prevalentemente pianeggiante, nel cui ambito emergono anche piccoli rilievi isolati e poco elevati, come quello situato accanto a Montecchio Precalcino. Nel suo tratto più settentrionale il percorso si insinua tra le pendici della fascia pedemontana, risalendole appena in corrispondenza delle due ville palladiane di Lugo di Vicenza.

La partenza avviene dal territorio comunale di VICENZA, dove in località Cricoli sorge Villa Trissino a Cricoli (1537), prima tappa della visita, nel cui cantiere l’allora giovane scalpellino Andrea di Pietro della Gondola venne scoperto dall’intellettuale e aristocratico Giangiorgio Trissino e avviato allo studio e alla pratica dell’architettura.

(1537), prima tappa della visita, nel cui cantiere l’allora giovane scalpellino Andrea di Pietro della Gondola venne scoperto dall’intellettuale e aristocratico Giangiorgio Trissino e avviato allo studio e alla pratica dell’architettura.

Da Villa Trissino a Cricoli il percorso prosegue verso nord lungo la strada provinciale S.P. 248 “Marosticana”, dalla quale si devia a sinistra in direzione del nucleo abitato di CALDOGNO (VI). Qui, in prossimità del centro, si trova Villa Caldogno (1542), i cui spazi sono destinati all’Amministrazione comunale, proprietaria della villa, a scopi culturali, mostre e attività associative.

Si perviene alla terza tappa dell’itinerario ritornando su strada “Marosticana”, prendendo la deviazione per Vivaro e proseguendo in direzione MONTECCHIO PRECALCINO (VI). In prossimità dell’ingresso del paese, si raggiunge Villa Forni, Cerato (post 1564), sapiente riadattamento di una piccola costruzione preesistente compiuta da Palladio per un committente di estrazione borghese.

Da Montecchio Precalcino è possibile compiere una deviazione verso Molina di MALO (VI), dove si trovano in opera i colossali fusti in mattoni di dieci colonne, con base in pietra, che costituiscono l’unica parte, posta in opera nel 1572, della grandiosa Villa Porto (non inserita nella Lista del Patrimonio Mondiale), progettata due anni prima per Iseppo Porto, committente di Palladio anche per Palazzo Porto Festa nella Città di Vicneza, e interrotta dopo la morte del proprietario alcuni anni dopo.

La quarta tappa dell’itinerario si raggiunge partendo da Molina di Malo o da Montecchio Precalcino, passando per  Breganze, fino al colle di Lonedo di LUGO DI VICENZA (VI), cinto dai rilievi boscosi della fascia pedemontana. Qui, in un contesto paesaggistico di grande suggestione, per via della posizione elevata e panoramica che offre un’ampia vista sui monti retrostanti e sulla sottostante piana, sorgono in stretta vicinanza due ville palladiane. Si incontra per prima Villa Godi Malinverni (1537), opera con la quale Palladio esordì quale architetto di ville, concepita anteriormente al suo primo viaggio a Roma. Appena più sopra, emergente al termine di una monumentale scalinata che sale dal bel portale d’ingresso settecentesco, si erge Villa Piovene (dal 1539), fabbrica di controversa attribuzione e frutto di distinte campagne edilizie, una delle quali svolta nel Settecento.

Da Lonedo di Lugo di Vicenza si raggiunge l’ultima tappa dell’itinerario ritornando a Breganze e percorrendo la strada provinciale S.P. 121 che lambisce la fascia collinare pedemontana in direzione di Bassano del Grappa. Questa parte del percorso, di particolare valenza paesaggistica, si snoda tra dolci rilievi ricchi di vigneti e frutteti, con lo sfondo dei rilievi prealpini che si succedono sulla sinistra, e lambisce diversi paesini, toccando in particolare l’abitato di MAROSTICA, celebre per la cinta muraria integra che delimita il centro storico e si arrampica sulla collina alle spalle, e per la partita a scacchi vivente che vi si svolge ogni due anni nella seconda domenica di settembre.

Raggiunta BASSANO DEL GRAPPA (VI) si devia prima del ponte nuovo sul Brenta verso Angarano, dove si reggiunge Villa Angarano (1548), una delle prime opere in cui Andrea Palladio riesce a concretizzare, almeno in parte a causa dell’interruzione dei lavori, il concetto di “villa fattoria” come un organismo architettonicamente unitario. Il completamento della villa, e in particolare il corpo principale, avvenne successivamente in stile seicentesco.

A Bassano del Grappa è anche visitabile il ponte ligneo sul fiume Brenta (non inserito nella Lista del Patrimonio Mondiale), noto anche come “Ponte degli Alpini” che, dopo la distruzione nel 1567 a causa di una piena, venne ricostruito su progetto di Palladio del 1569, in forme non dissimili dalla struttura precedente per esplicita richiesta del Consiglio cittadino, ma con innovazioni dal punto di vista tecnico e con il ricorso all’ordine tuscanico per i sostegni della copertura. Il ponte è stato successivamente ricostruito altre due volte, l’ultima a seguito della distruzione operata dai tedeschi durante la seconda guerra mondiale, sempre in conformità al disegno palladiano.

Da Bassano del Grappa percorrendo la provinciale S.P. 248 si rientra a Vicenza.